Avevo sognato questo viaggio da sempre, salire sul treno che per qualche giorno sarebbe stata la mia casa, il mio nuovo mondo in movimento. Arrivato alla stazione di Mosca, osservi questo immenso verme di ferro, fermo sui binari che ti aspetta, immobile apre le sue porte e ti consente per un breve periodo di viverlo, di essere dentro di lui, di creare una comunità in viaggio. Salgo i primi scalini di ferro della mia carrozza e le persone che già avevano iniziato il loro viaggio ti osservano con diffidenza ed io da buon ospite cerco di rapportarmi a loro con grande rispetto, aspettano che trovi il tuo letto e sistemi le tue cose nel piccolo spazio concesso, mi devo abituare a condividere tutto: dal tavolino, al passaggio per salire sopra il letto, all'unico bagno accessibile sulla carrozza. Prima della partenza non ho parlato con nessuno, faccio parte di un gruppo di viaggiatori ma nessuno ancora ci aveva presentato, arriva l'ora dell'atteso fisch...
I l viaggio non inizia nel momento in cui prendi un aereo, un treno o ti metti la borsa sopra le spalle. Il viaggio inizia quando i pensieri della tua quotidianità riescono a sciogliersi e il tempo riesce a dilatarsi fino a farti trovare il tuo vero spazio. Quasi tutti i giorni corriamo: per lavoro, per impegni, per mangiare, per pagare, per essere puntuali o per raggiungere obiettivi, il viaggio non ti chiede nulla di questo, è come rinascere sostituendo le rincorse giornaliere con altre emozioni: la curiosità, l'empatia, l'ispirazione, l'euforia, la serenità e la risata. Purtroppo queste emozioni non sono automatiche e ci vuole tempo per nascondere o racchiudere in un cassetto tutto il tuo trascorso, ma dopo qualche ora oppure come è capitato a me ad Istanbul dopo parecchie ore, ti accorgi che non servono tutte quelle corse, e mentre scendi delle scale della città vecchia, non riesci a trattenere una risata liberatoria, un senso di libertà unico che pervade il tuo c...
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